Ai primi del 900 la conquista del Polo Nord era ancora una sfida aperta. Nel 1903 un ricco industriale nord americano, William Ziegler, finanzia una spedizione comandata da Antony Fiala che già nel 1901 aveva partecipato , come fotografo, alla prima spedizione Baldwin-Ziegler costretta al rientro per divergenze tra Baldwin e il comandante dell’ equipaggio. La nave “America” parte da Vardo in Norvegia con provviste, 39 membri di equipaggio, 183 cani e 5 ponies Siberiani. Anche questa spedizione fallisce ma per le avverse condizioni meteorologiche. La nave , infatti, raggiunta la Baia di Teplitz nell’ Arcipelago di Francesco Giuseppe, naufraga con gran parte del suo carico di carbone e viveri, distrutta dalle dighe di pressione della banchisa. Nonostante ciò il Fiala non si perde d’ animo e punta per tre volte verso il Polo ma non supera mai gli 82° Nord molto meno di quanto raggiunto anni prima dalla spedizione Polare del Duca degli Abruzzi (86° 34′). Perse le speranze di raggiungere il polo, sopravvive grazie alla caccia e alla pesca e ai viveri lasciati dalle precedenti spedizioni , per due lunghissimi e duri inverni. Nella notte del 5 gennaio del 1905 la temperatura esterna raggiunge i 60.2 gradi sottozero! I soccorsi arrivano solo nell’ estate del 1905. Il Fiala, era un ottimo fotografo ed il suo libro Fighting Polar Ice edito nel 1906, illustrato con splendide fotografie, ne è la più valida testimonianza. Di esse ne descrive dettagliatamente la tecnica. Di regola scattava le fotografie dall’ alto di un blocco di ghiaccio in modo da avere un’ ampia visuale e una resa prospettica tale da abbassare i rilievi e appiattire i pendii. Otteneva in tal modo foto panoramiche che inquadravano completamente la scena delle colonne di slitte con gli uomini e la muta di cani. Della spedizione esiste anche una ripresa cinematografica da lui effettuata che costituisce quasi certamente il primo filmato realizzato nell’ Artico.
Fotografia originale all’ albume 265×85 mm firmata “Anthony Fiala” e intitolata “Ziegler Polar Expedition 1903-1905” (Collez. Leonardi). La stessa foto riportante la didascalia “Soft snow and rough ice“ si trova alla pagina 167 del libro-resoconto della spedizione Fighting the Polar Ice edito nel 1906 . Risulta evidente la accurata composizione scenografica e la abile tecnica riproduttiva.
Al retro, in parte leggibili sono riportate a matita le seguenti annotazioni “82° N The sledge column on the march (…good traveling far a short distance )” che indicano la latitudine raggiunta e la difficoltà di avanzamento se non su brevi distanze.