Le origini dell’ Ospedale di Savigliano si perdono nella notte dei tempi e risalgono al 1200. Nel corso degli anni viene trasferito di sede numerose volte. La collocazione definitiva sarà nell’ edificio realizzato tra il 1703 ed il 1710 da Antonio Bertola avvocato e ingegnere. Ancora oggi è leggibile la scritta Ospedale Maggiore sopra al portale ligneo finemente lavorato dell’ ingresso principale dell’ Ospedale . L’ edificio viene rimaneggiato più volte nel corso dei secoli. Tra la fine degli anni 60 e la prima metà degli anni 70 subisce la trasformazione più importante: viene creata ex novo la struttura che costituisce il nuovo Ospedale di Savigliano.
Il complesso viene edificato all’ interno del perimetro del vecchio edificio e rimarrà immodificato sino agli anni 90 circa quando inizieranno i lavori per la costruzione del nuovo blocco operatorio. Dureranno scandalosamente più di 20 anni senza che nessuno accerti mai le cause del ritardo e le responsabilità. Il 24 maggio 2012 avviene la inaugurazione alla presenza dell’ allora Presidente della Regione On. Cota. Non è nostra intenzione ricostruire la storia ufficiale dell’ Ospedale di Savigliano per la quale si rinvia ad altri siti. Il nostro obiettivo è quello di focalizzare l’ attenzione sui principali eventi e sulle persone. Sarà infatti la sinergia tra questi due elementi a determinare lo sviluppo e la fama dell’ Ospedale. Si possono dunque individuare due fasi di sviluppo. La prima (1969-1975) è caratterizzata dalla ricerca delle risorse finanziarie necessarie per la costruzione del nuovo Ospedale. Gli amministratori dell’ epoca erano il Dr. Sergio Cravero e l’ architetto Oreste Garzino poi Sindaco di Savigliano. Furono essi a reperirle alienando una parte consistente del patrimonio terriero dell’ Ospedale, lascito di benefattori. La costruzione verrà realizzata nel corso di pochi anni. Nel contempo per renderla operativa, fecero una brillante operazione di marketing , come si direbbe oggi, assumendo i migliori professionisti .
Essi costituiranno il nucleo storico che farà la fortuna dell’ Ospedale di Savigliano. Ricordiamo in ordine alfabetico in quella che potremo definire l’ epopea dei Prof: il Prof. Sergio Barbero Primario di Pediatria, il Dr. Bruno Bellan Primario di Oculistica, il Prof. Settimio Chiarle Primario di Radiologia, il Prof. Francesco Cravarezza Primario di Ostetricia e Ginecologia, il Prof. Francesco Fioccardi Primario di Urologia, Il Prof. Felice Fruttero Primario Otorinolaringoiatra, il Prof. Domenico Gullino Primario di Chirurgia, il Prof. Piergiorgio Pagano Primario del Laboratorio Analisi e sindaco per svariati anni della città, la Prof.ssa Lucia Piazza Primario di Anestesia e Rianimazione , il Prof. Luigi Resegotti Primario di Medicina, il Prof. Savino Ruà Anatomo Patologo . In quel particolare contesto culturale e scientifico nasce e si sviluppa l’ Ortopedia per merito del Prof. Giacomo Massè . In pochi anni l’ Ortopedia diventerà una delle realtà più dinamiche e all’ avanguardia . Sarà tra i primi centri in Italia ad impiantare protesi di anca e di ginocchio. Nella seconda fase di sviluppo (1976-2015) si consolidano le varie realtà specialistiche ed altre si aggiungono come la Neurologia diretta dal Dr. Andrea Cognazzo. Nello stesso tempo poco per volta escono di scena i personaggi storici a cui subentrano in gran parte o gli allievi o altri professionisti esterni. Nel settembre 2000 il Prof. Giacomo Massè va in pensione e a lui succede il suo allievo Dr. Francesco Leonardi che guiderà l’ Ortopedia sino a marzo del 2015 . Manterrà e migliorerà l’ alto livello quantitativo e qualitativo pur nelle turbolenze di una società in rapida trasformazione. La realtà sanitaria si è anch’essa profondamente trasformata nel corso degli ultimi venti anni più che nei primi cento e non sempre in meglio. Alla classica differenziazione gerarchica fra Primario , Aiuto e Assistente subentra quella di Dirigente Unico e di Direttore di Struttura Complessa di nomina quinquennale. Tutte le figure professionali vengono livellate. Il Primario non più “padre-padrone” e senza la garanzia di rinnovo del contratto si trova nell’ imbarazzante doppio ruolo di “professional” e “gestional”. Diventa facilmente ricattabile, stante la discrezionalità dell’ Amministrazione di rinnovare o meno l’ incarico, soccombe alle decisioni “creative” dei vertici e alla mole spropositata di incombenze burocratiche. Scompare nella pratica clinica il “giro visita” collegiale e con esso l’ affiancamento tra giovani e anziani. Lo spirito di squadra che tanto era stato forte nell’ esperienza Saviglianese è sostituito dalla competizione ad accaparrarsi il paziente. Aumenta l’ improvvisazione e l’ autoreferenzialità dei singoli professionisti pur non potendosi disconoscere qualche raro caso di eccellenza. Analoghi mutamenti avvengono a livello amministrativo. L ‘Amministrazione dell’ Ospedale negli anni passati aveva una conduzione e gestione di tipo familiare. Era attenta alle istanze dei professionisti e del territorio e agiva in modo efficace e immediato. Le formalità burocratiche erano ridotte all’ essenziale e spesso venivano semplificate nel loro iter burocratico. La conseguenza diretta era la rapida soluzione dei problemi. A questo tipo di gestione, indubbiamente gravata da una certa qual dose di sano campanilismo subentra la gestione “manageriale”. Travisando lo spirito della riforma sanitaria finisce per piegarsi ai voleri della malapolitica o del singolo potentato più che soddisfare i bisogni di salute della popolazione. I rapporti tra le varie figure professionali diventano freddi , impersonali talora improntati a una malcelata invidia nei confronti dei medici. La burocrazia cresce in modo esponenziale e i tempi per le pratiche diventano geologici. Alla figura del Presidente dell’ Ospedale subentra quella dell’ Amministratore Straordinario ed infine del Direttore Generale. Gli Ospedali perdono la loro centralità e diventano parte del territorio, prima delle USL (Unità Sanitaria Locale) poi delle USSL (Unità Socio Sanitaria Locale) ed infine della ASL (Azienda Sanitaria Locale). La riduzione del deficit di bilancio diventa l’unica e cronica ossessione dei Direttori Generali. Si sopprimono prevalentemente strutture complesse di area medica gravandone della responsabilità i sopravvissuti senza il corrispettivo trattamento economico. Dall’ altra inspiegabilmente rimane immodificato se non aumentato il numero di Direttori Sanitari di Presidio, di Ospedale, di Azienda, di Sovraintendenti Sanitari, di Direttori Amministrativi, di Direttori di Strutture Complesse e di UONA (Unità Operative Non Autonome) di area non sanitaria sulla cui reale efficacia operativa sorgono non poche perplessità. A dirigere le Aziende, salvo le rare e lodevoli eccezioni, i politici scelgono funzionari amministrativi o sanitari il più delle volte mediocri ma viceversa dotati , al bisogno, di capacità eccezionali di mutazione del colore politico , da far impallidire un camaleonte. Pur in questo drammatico e caotico contesto il Dr. Leonardi ha retto l’ Ortopedia per 15 anni . Ha mantenuto inalterato il numero dei posti letto , anche a fronte di qualche maldestro tentativo di ridimensionamento. Ha proseguito, con non poche difficoltà, l’ opera del suo predecessore assicurando continuità terapeutica, assistenza e prestazioni di alto livello per tutti. Il volume dell’ attività ha avuto costantemente un trend positivo anche nei settori superspecialistici. Lascia il suo posto con la soddisfazione di vedere che sino a quando la ha diretta , l’ Ortopedia di Savigliano è stata espressione di alta professionalità ed eccellenza anche aldilà dei confini nazionali. Purtroppo oggi in ogni campo imperversano burocrazia e forze disgregatrici che portano solo a un lento ma inesorabile declino. L’ Ospedale di Savigliano non ne risulta immune a meno che non vada in controtendenza. L’ Ortopedia ne seguirà le sorti, essendo ad esso indissolubilmente legata , come dicevamo , sin dall’ esordio . Dopo più di quarantacinque anni si concluderà il suo ciclo. A dirigerla non potrà più essere nessuno dell’ originario team di professionisti che l’ ha resa grande. Resta comunque da dire che senza l’ abnegazione, la fatica e l’ opera di tanti operatori della Sanità fedeli e sinceri servitori delle istituzioni che si sono succeduti nel corso degli anni, l’ Ospedale e l’ Ortopedia di Savigliano non sarebbero stati quello che sono stati.