Un intervento chirurgico ortopedico condotto a regola d’arte è in grado di ripristinare l’ anatomia di una articolazione o di un segmento scheletrico compromessi dall’ artrosi o da eventi traumatici . Nonostante ciò il risultato funzionale può non essere all’ altezza delle aspettative del chirurgo e ancor di più del paziente. Questo fatto può dipendere da svariati fattori ma quello più frequentemente in gioco è la carenza di un adeguato trattamento riabilitativo o l’adozione di posture scorrette se non pericolose. L’ informazione che viene data al paziente riveste dunque una notevole importanza. Spesso al momento della dimissione , il più delle volte frettolosa, vengono date indicazioni corrette ma che vengono recepite solo in parte vuoi per il linguaggio troppo tecnico o perchè numerose. Per questo motivo è fortemente consigliabile fornire depliant esplicativi semplici e di facile intuizione. In questa nostra sezione sono contenuti dei pieghevoli facilmente scaricabili che riteniamo possano essere utili sia al fisiatra che al paziente.
Cominciamo volutamente dalla brochure per il paziente operato di protesi d’ anca per via anteriore mininvasiva. E questo per due ordini di motivi: il primo è che ad oggi in Italia essa è eseguita da pochi chirurghi ortopedici. Difficoltà tecnica e remore intellettuali ne limitano immeritatamente la diffusione. La conseguenza diretta è che non esiste uno specifico Protocollo Riabilitativo Individuale (PRI) e spesso nella scheda non è riportato il tipo di accesso. Il secondo motivo, che discende dal primo, è che in carenza di differenziazione tra vie chirurgiche il paziente viene invitato ad assumere le posture consigliate per la via posteriore. Perde così tutti i benefici derivanti dalla via anteriore (che non sono pochi) e corre il rischio di lussazioni anteriori anche se fortunatamente rare. Nell’ opuscolo sono riportati alcuni consigli comuni a tutte le vie chirurgiche su come deambulare con le stampelle. Particolare risalto viene invece dato alla possibilità di stare comodamente seduti e di chinarsi in avanti. Sono anche riportate le posture scorrette da evitare e alcuni consigli circa la concessione del carico e la ripresa dell’ autonomia funzionale (guida auto). Un esercizio che va tassativamente evitato è quello di elevare l’ arto operato a gamba tesa. E’ dannoso perchè realizza un braccio di leva estremamente sfavorevole che sottopone l’ arto ad un carico pari a 1,5 volte il peso del corpo (avremo modo in seguito di documentarlo). Può anche essere causa di un fastidioso dolore crurale dovuto alla sollecitazione del tendine del m. psoas che durante l’ intervento viene parzialmente scollato dalla capsula anteriore. Download brochure