Breve ragguaglio storico e sociale sulla crescita di due realtà che hanno rappresentato per molto tempo un modello unico quanto raro di sinergia operativa tra amministratori e medici. Condizioni indispensabili per lo sviluppo furono i valori di solidarietà e di lungimiranza politica tipici di una società di provincia sana e fortemente radicata nel territorio. In questo particolare contesto nacque e si sviluppò l' Ortopedia , creatura di Giacomo Massè che più di ogni altro legherà il suo nome all' Ospedale di Savigliano al punto da diventarne sinonimo.
Ortopedia
Fondatore: Giacomo Massè (1969-2000)
Biografia del creatore e padre dell' Ortopedia. A partire dalla fine degli anni 60 costruisce dal nulla , l' Ortopedia di Savigliano a cui lega indissolubilmente il suo nome. In una piccola realtà di provincia sorniona ma dinamica contribuisce in modo determinante anche allo sviluppo del locale Ospedale. Abile chirurgo, impianta le prime protesi d' anca e spazia con competenza in ogni campo dello scibile ortopedico. La Divisione di Ortopedia sarà fortemente caratterizzata dalla sua forte personalità. Raggiungerà livelli altissimi di eccellenza in vari settori diventando un cenacolo a cui si formeranno ottimi chirurghi ortopedici.
Epigono: Francesco Leonardi (2000-2015)
Breve biografia dell' ultimo Direttore dell' Ortopedia allievo del Prof. Giacomo Massè. Raccoglie e gestisce la pesante ma prestigiosa eredità del suo illustre predecessore in un momento di grande trasformazione. Il contesto sociale e sanitario cambia vertiginosamente e radicalmente nel corso del suo mandato più che decennale. In una situazione dinamica in cui continuamente si modificano ruoli, rapporti e autonomie professionali riesce a mantenere alto il livello qualitativo degli anni passati pur aumentando quello prestazionale. Mantiene saldo il ruolo di "professional" pur dovendosi adeguare alle dilaganti incombenze gestionali. Con lui si conclude il ciclo "storico" dell' Ortopedia Saviglianese.
Sviluppi
Con la cessazione dal servizio del Dr. Francesco Leonardi si conclude il capitolo dell' Ortopedia di Savigliano. Scompare per sempre quella continuità e uniformità di indicazioni chirurgiche, di comportamenti e di tecniche chirurgiche che per un così lungo periodo ne aveva costituito l' elemento caratterizzante. E' pura utopia pensare che qualche illuminato Direttore Generale ne sappia cogliere il significato ed il valore. Saranno il tempo e le scelte praticate a dare il giusto significato alle persone ed alle cose.
Marco Musselli + (1946-2017)
Il 12 aprile 2017 è deceduto a Cuneo il Dr. Marco Musselli. Scompare prematuramente una delle figure più rappresentative della gloriosa Ortopedia di Savigliano dove aveva prestato la sua opera per oltre venti anni sin dagli albori della sua carriera professionale. Chirurgo abile e meticoloso in ogni tecnica chirurgica, come era d' uso in quegli anni, eccelleva nella chirurgia protesica del ginocchio. Di questa divenne cultore e maestro facendosi apprezzare in campo scientifico. Carismatico, taciturno, dotato di grande umanità ed empatia era stimato ed amato dai colleghi anche per la sua correttezza professionale.
Accesso anteriore inguinale mini-invasivo (Hueter-Leunig): note di tecnica
E' una variante della via anteriore mini-invasiva. E' anche definita "bikini" perchè l'incisione viene praticata lungo la plica inguinale. In mani esperte è altrettanto affidabile e in più coniuga estetica e praticità.
Anomalia torsionale e difetto assiale apparente: che cosa non fare.
Nell' età evolutiva è comune il riscontro di un ginocchio varo. Tra le varie cause non va dimenticata la presenza di un' anomalia torsionale. In tal caso la deformità è solo apparente (si parla infatti di pseudovarismo) e si risolve da sola nel corso degli anni. La diagnosi è facile se si ha l' accortezza di osservare gli arti inferiori prima a piedi paralleli e poi a rotule frontali (il varismo scompare) e di valutare a paziente prono l' entità della rotazione interna delle anche (si rilevano valori elevati sino a 70-90°). Senza queste elementari quanto basilari nozioni di semiotica si corre il rischio di porre indicazioni terapeutiche sbagliate talora con conseguenze catastrofiche. Nel caso in esame uno pseudovarismo di ginocchio è stato trattato con emi-epifisiodesi laterale che ha causato un grave valgismo e che ovviamente non ha risolto il problema della anomalia torsionale. La correzione del difetto assiale indotto e della anomalia torsionale si presentata alquanto complessa e non priva di rischi.
Anomalia torsionale acquisita: esiti di frattura femorale
L' inchiodamento endomidollare a cielo coperto è un' ottima, valida e diffusa metodica di sintesi delle fratture delle ossa lunghe. Tuttavia la mancanza di riferimenti ossei certi, come per esempio la linea aspra o le irregolarità combacianti della rima fratturativa non consentono di ottenere sempre una riduzione anatomica. Nel caso di fratture diafisarie in soggetti in cui è assente l' antiversione femorale, l' allineamento empirico dell' arto con rotula allo zenith, di fatto realizza un antiversione femorale patologica.
Anomalia torsionale congenita: la tripla deformazione di Judet
La tripla deformazione di Judet è l' associazione di elevata antiversione femorale, extratorsione tibiale e pseudoginocchio varo. In genere è asintomatica. L' intervento chirurgico si esegue solo nei casi in cui gli elevati stress rotazionali a livello di anca ginocchio piede , siano causa di sintomatologia dolorosa o in cui l' aspetto complessivo dell' arto sia invalidante oltre che dal punto di vista funzionale anche da quello psicologico. L' intervento consiste in una duplice osteotomia femorale e tibiale per lo più bilaterale, concettualmente e tecnicamente complessa. Va pianificata su studio TAC. E' necessaria una attenta valutazione della personalità del paziente che deve essere pienamente consapevole degli scopi dell' intervento chirurgico e che deve dare l' Indispensabile collaborazione . E' risolutivo se eseguito a regola d' arte e con le giuste indicazioni.
Protesi d’ anca in lussazione iliaca alta dolorosa bilaterale
La protesizzazione nelle lussazioni iliache alte è una sfida che richiede buona padronanza della tecnica chirurgica e profonda conoscenza dell' anatomia patologica. Il risultato radiografico e clinico compensa ampiamente la fatica della realizzazione.